Il compleanno di Pupi Avati
Data:
4 Ottobre 2018

A settembre 2018 sono trascorsi 50 anni dal primo ciak del regista Pupi Avati.
Per Bologna e per l’Emilia Romagna l’occasione per celebrare uno dei suoi artisti più amati.
Il Teatro di Budrio, situato in quella campagna bolognese che ha fatto da cornice a tanti dei film dei fratelli Avati e dove affondano anche parte delle loro radici familiari, è stato scelto per ospitare questo evento, a cui sono invitati tutti i cittadini.
La celebrazione avrà luogo giovedì 4 ottobre alle ore 11.30. Sono stati invitati attori e amici di una vita di Pupi Avati, ma saranno presenti anche istituzioni, altri artisti e personaggi, di Bologna e dell’Emilia Romagna, che gravitano nella sua sfera affettiva e professionale.
Per partecipare, i posti sono disponibili gratuitamente, telefonate per prenotare al numero del Teatro 051 801300 , sabato 29 settembre dalle ore 11 alle ore 13 o martedì 2 ottobre dalle ore 9 alle ore 13, oppure inviate una mail entro mercoledì 3 ottobre a biglietteriateatro@comune.budrio.bo.it., o presentatevi direttamente in Teatro dove potrete accedere fino ad esaurimento posti.
Giuseppe Avati, noto con il nomignolo “Pupi”, figlio di un antiquario bolognese e fratello maggiore di Antonio, sceneggiatore e produttore, nasce a Bologna il 3 novembre 1938.
Inizialmente tenta una carriera nel jazz: dal 1959 al 1962 fa parte della Doctor Dixie Jazz Band come clarinettista dilettante, ma rinuncia dopo l’ingresso nella band di Lucio Dalla.
“ Il mio sogno era diventare un grande clarinettista jazz. Ma un giorno nella nostra orchestra arrivò Lucio Dalla. All’inizio non mi preoccupai più di tanto, perché mi pareva un musicista modestissimo. E invece poi ha manifestato una duttilità, una predisposizione, una genialità del tutto impreviste: mi ha tacitato, zittito, messo all’angolo. Io a un certo punto ho anche pensato di ucciderlo, buttandolo giù dalla Sagrada Familia di Barcellona, perché si era messo in mezzo tra me e il mio sogno.” “
Successivamente per quattro anni lavora come rappresentante della Findus surgelati. Illuminato dalla visione di 8½ di Federico Fellini, tenta la strada del cinema. Nel 1970 ottiene da un misterioso imprenditore i finanziamenti per girare due film: Balsamus, l’uomo di Satana e Thomas e gli indemoniati, due film “orgogliosamente provinciali” che anche se tiepidamente accolti da pubblico e critica, inaugurano uno nuovo modo di fare cinema. Il seguito è storia: una carriera costellata di successi, una vena narrativa che non ha mai tradito uno stile garbato e affettuoso reso grande dall’interpretazione di attori famosi, affascinati dal ‘cantastorie’ emiliano.
Ultimo aggiornamento
22 Ottobre 2020, 17:13